STEM e donne: Elena Basteris vince l’Amazon Women in Innovation
Chi ha detto che le materie scientifiche non sono cose da donne?
Un progetto targato Amazon, dedicato a giovani studentesse universitarie iscritte a corsi di studio STEM (Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica), punta proprio a contrastare i classici stereotipi di genere legati a questo tipo di discipline. Dal 2018, Amazon Women in Innovation supporta giovani donne specializzate nelle discipline scientifiche, attraverso l’erogazione di borse studio del valore di 6 mila euro all’anno, per tre anni. L’obiettivo è quello di creare un impatto positivo anche a livello culturale, visto che ancora poche donne scelgono di intraprendere percorsi accademici nelle materie STEM.
Una delle studentesse premiate quest’anno è Elena Basteris, laureanda in ingegneria informatica al Politecnico di Torino. Oltre alla borsa di studio, riceverà anche il supporto di una mentor, una manager Amazon, con cui potrà apprendere le tecniche per un curriculum efficace e lavorare su tutte le competenze utili per il lavoro.
Elena ha 20 anni, è al primo anno di ingegneria informatica ed è originaria di Cuneo. Appassionata di informatica e delle materie scientifiche, non ha avuto dubbi sulla scelta dell’Università da frequentare. Una passione che coltiva sin da bambina, anche grazie al papà: «Mio padre è un ingegnere di professione e insegna matematica e fisica a scuola. Sono cresciuta in un contesto molto stimolante, che mi ha permesso di approcciarmi allo studio delle materie scientifiche con curiosità e passione, e credo che mi abbia consentito di avere una marcia in più».
Oltre al Politecnico, Amazon Women in Innovation ha coinvolto anche altri atenei – l’Università degli Studi di Cagliari, il Politecnico di Milano, l’Università degli Studi di Napoli Federico II, l’Università degli Studi di Palermo e l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata – premiando altre 5 studentesse.
Elena e le altre universitarie premiate sono giovani ambiziose, determinate ad abbattere gli stereotipi di genere, esempi positivi nonostante il numero di studentesse di materie STEM sia ancora piuttosto basso. Come ha sottolineato l’anno scorso l’Istituto di Statistica dell’UNESCO (UIS) nel report Women and Science, la percentuale di ricercatrici donne nel mondo non supera il 30% e solo un terzo delle studentesse universitarie sceglie di studiare discipline scientifiche all’università.
Tre sono le motivazioni principali che portano le giovani studentesse a scegliere percorsi di studio di tipo umanistico, linguistico o medico: stereotipi di genere che per natura definiscono gli uomini più portati per le materie scientifiche e le donne per le materie umanistiche, un mercato del lavoro ancora troppo discriminatorio, la mancanza di misure di supporto in caso di maternità e discipline scientifiche che sembrano troppo scollegate dalla quotidianità.
Nonostante queste premesse, qualcosa però sta cambiando e l’esempio di Elena e delle altre studentesse premiate sembra dimostrarlo.
«Il settore dell’Informatica offre numerose opportunità di crescita, personale e lavorativa. – ha dichiarato Elena – Ad oggi non so ancora quale sarà la mia specializzazione, ma una cosa è certa: una volta laureata desidero trovare un lavoro che mi permetta anche di viaggiare e di conoscere culture diverse».