Roma
Via della Vite 41, 00187
+39 06 772 50 136
+39 06 770 70 449
Rende
Rende (CS)
Corso Italia 215, 87036
spreco alimentare

Consapevolezza e innovazione tecnologica per ridurre lo spreco alimentare

Con l’obiettivo 2 dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile si intende porre fine alla fame nel mondo e raggiungere la sicurezza alimentare, migliorando la nutrizione e promuovendo un’agricoltura sostenibile: questi task sono raggiungibili in primo luogo riducendo lo spreco alimentare. Sebbene sembri un’analisi eccessivamente riduttiva della questione, lo spreco alimentare costituisce una dinamica logorante per la gestione efficiente dei sistemi alimentari.

L’innovazione tecnologica, tra blockchain e intelligenza artificiale, unita a una maggiore consapevolezza nei comportamenti quotidiani dei consumatori possono prevenire e contrastare le conseguenze più dannose del food waste.

Che cos’è lo spreco alimentare

Lo spreco alimentare consiste nell’utilizzo inefficiente delle risorse destinate all’alimentazione, ovvero tutto quel cibo prodotto ma non consumato e gettato via durante i processi di produzione e distribuzione.

Lo spreco alimentare coinvolge diverse fasi della catena agroalimentare. Coinvolge in primis i consumatori finali e i loro comportamenti errati in tema di acquisto e di gestione del cibo, dentro e fuori casa. Una sensibilizzazione culturale dei consumatori a ridurre lo spreco domestico di cibo è cruciale, ha vantaggi consistenti e non richiede particolari sforzi.

Non si tratta però solo dei comportamenti dei consumatori: anche la produzione e il trasporto del cibo presentano molte falle che causano la perdita di materie prime. Anche nel settore della distribuzione, del retail e dell’ospitalità, si stanno implementando iniziative per ridurre le perdite e gestire attivamente le eccedenze.

Oltre un terzo del cibo prodotto a livello mondiale viene scartato: un danno enorme, dal punto di vista etico, sociale ed economico, uno spreco di risorse utili con gravi implicazioni dal punto di vista ecologico.

Accanto a perdite così importanti rimane poi un grave problema di malnutrizione e fame in ancora troppi angoli del Pianeta: una disuguaglianza tra chi ha cibo in eccesso e chi ne ha poco è il risultato di infrastrutture e modelli organizzativi inadeguati, sommati a una cultura che non tratta il cibo con il dovuto rispetto e attenzione.

Cause dello spreco alimentare

Come abbiamo visto, il cibo può andare sprecato nelle diverse fasi del suo ciclo di vita, dall’inizio del processo produttivo, persino nei campi per quanto riguarda i prodotti agricoli (spesso per soddisfare rigorosi standard estetici), fino alla vendita, passando per la trasformazione, la lavorazione, il trasporto e arrivando infine al consumo domestico. Molti articoli vengono scartati perché subiscono danni durante il trasporto oppure rimangono invenduti nei supermercati, tanto cibo viene sprecato dai consumatori finali, sia per acquisti eccessivi sia per una conservazione non adeguata.

Sono diversi i livelli di interpretazione di un fenomeno come questo. Innanzitutto, va considerato il livello culturale perché manca una percezione del reale valore del cibo (ecco perché i livelli di diseguaglianza tra una parte del mondo sovralimentata e una denutrita sono così evidenti). Ma non solo: sono anche da considerare pratiche agricole scadenti, infrastrutture insufficienti per il trasporto e la conservazione, strategie commerciali aggressive che promuovono acquisti eccessivi e standard estetici che scartano prodotti imperfetti.

Secondo il Food Sustainability Index dell’Economist Intelligence Unit, la Francia è leader nella lotta allo spreco alimentare grazie a misure legislative incisive, come l’obbligo per i supermercati di donare prodotti invenduti alle organizzazioni benefiche. Nel complesso, i principali responsabili dello spreco alimentare in Europa sono Regno Unito, Paesi Bassi e Germania.

Quanto è grave il problema

Per affrontare il problema in modo consapevole, è fondamentale avere una chiara visione delle dimensioni del fenomeno. La FAO per esempio ha sviluppato un open database per mappare e misurare il food loss (il cibo perso durante la produzione) e il food waste (il cibo scartato da rivenditori e consumatori). Il database evidenzia l’enorme disparità tra la produzione e la reale necessità di cibo per gli abitanti del Pianeta. Ogni giorno, le risorse globali vengono sfruttate per produrre un eccesso di cibo, eppure non ci sono le condizioni per soddisfare tutti.

A livello mondiale, un miliardo di tonnellate di cibo (un terzo di quello prodotto) viene sprecato. Il WWF stima che con queste cifre si potrebbe risolvere il problema della denutrizione per 800 milioni di persone.

Il destino principale del cibo sprecato è ancora la discarica, con una quota minima di recupero e riciclo. Ciò contribuisce all’emissione di gas serra, in particolare metano, che aggrava il cambiamento climatico in corso. Anche nei Paesi in via di sviluppo, si osserva una notevole perdita alimentare dovuta principalmente a inefficienze nella catena di produzione e distribuzione.

Un costo enorme quindi sotto tutti i punti di vista: economico, sociale ed ambientale. Economico perché causa una perdita di risorse finanziarie e sociale perché le risorse eccedenti potrebbero invece essere redistribuite a chi ne ha bisogno. Infine un costo ambientale, perché la produzione di cibo richiede acqua, suolo e energia e produce emissioni di CO2. Inoltre spreco alimentare significa anche un’elevata produzione di rifiuti organici, altro fattore che contribuisce ad aggravare le già precarie condizioni del Pianeta.

Possibili soluzioni

Se il problema dello spreco alimentare causa così gravi implicazioni, le politiche internazionali dovrebbero agire tempestivamente per contrastarlo.

La fase del consumo è quella con i livelli di spreco più elevati, sia tra i consumatori finali sia nei canali di ristorazione e ospitalità. La promozione di una cultura del cibo attenta, l’acquisto mirato e la gestione delle eccedenze possono contribuire a ridurre gli sprechi domestici. Nel settore della ristorazione, dovrebbero essere applicati modelli organizzativi efficaci e pratiche di consumo consapevoli per limitare il food waste.

Nelle prime fasi del ciclo di vita del cibo, invece, si dovrebbe puntare a infrastrutture adeguate e servizi di previsione meteorologica avanzati. Potrebbero conquistare sempre maggiore spazio le applicazioni della Space Economy destinate al mondo agricolo: le immagini satellitari riescono a fornire importanti informazioni sullo stato del terreno, monitorando il raccolto e orientando in modo efficiente le risorse idriche, oltre a prevenire le minacce meteorologiche.

Le fasi di trasformazione e distribuzione sono quelle in cui sono stati fatti i maggiori sforzi con progetti e interventi legislativi: il settore sta infatti lavorando su attività di prevenzione, di misurazione e di sistematizzazione delle eccedenze, dando priorità al recupero e alla ridistribuzione attraverso diverse modalità e canali. Le fasi di conservazione, trasporto e lavorazione infatti sono momenti in cui è ancora altissima la percentuale di spreco, tanto per infrastrutture inadeguate quanto per un processo produttivo che ancora fatica ad allinearsi con la reale domanda.

La tecnologia può acquisire un ruolo chiave nella lotta contro lo spreco alimentare. Diverse soluzioni digitali, dalla blockchain all’intelligenza artificiale, offrono opportunità per ottimizzare la produzione, migliorare la distribuzione, monitorare le scorte in tempo reale, prevenire perdite e valorizzare gli scarti.

L’intelligenza artificiale, parte integrante dell’Agricoltura 4.0, sta innovando il settore agroalimentare: grazie all’analisi predittiva (prevede la domanda dei consumatori) è possibile ottimizzare la produzione, monitorando le condizioni di conservazione degli alimenti per prevenire il deterioramento. Inoltre, l’AI può intervenire nella fase di produzione, analizzando modelli meteorologici e condizioni del suolo per guidare decisioni di semina e raccolta, riducendo gli sprechi legati al deperimento. L’AI può essere impiegata anche nella distribuzione: operando nei ristoranti e nei supermercati, prevede la domanda e la gestione delle scorte, aiutando a ridurre il cibo invenduto o inutilizzato. Lato consumatore, le app basate sull’AI possono anche fornire suggerimenti per la pianificazione dei pasti e promemoria per consumare il cibo prima della scadenza.

Anche la blockchain diventa un elemento fondamentale nella lotta allo spreco alimentare, contribuendo alla tracciabilità del cibo lungo l’intera catena produttiva e permettendo la condivisione trasparente di informazioni tra produttori, distributori e consumatori. La blockchain ottimizza la catena di fornitura alimentare registrando ogni fase del percorso di un prodotto, dalla produzione al consumo, identificando punti critici di spreco e consentendo interventi mirati. La questione della tracciabilità è fondamentale anche per una gestione sostenibile delle risorse, con un processo semplificato di certificazione e verifica dell’origine dei prodotti alimentari. Infine può anche favorire la creazione di piattaforme per la condivisione o la vendita di cibo in eccesso, garantendo trasparenza e sicurezza delle transazioni.

Infine, il ruolo del packaging nei prodotti alimentari è cruciale per renderli adatti ai diversi canali di vendita, garantirne la sicurezza e comunicare informazioni utili per un consumo consapevole. Lo smart packaging supporta una gestione efficiente del cibo, migliorando la tracciabilità e prevenendo sprechi. Tecnologie come RFID e sensoristica IoT consentono una gestione più precisa del cibo nei vari stadi, facilitando la comunicazione con i consumatori attraverso QR Code o realtà aumentata.