Carta d’identità del prodotto
Leggiamo ogni giorno diciture come BIO, DOC, DOCG quando ci rechiamo al supermercato per fare la spesa. Acronimi che teoricamente dovrebbero rappresentare la qualità dei prodotti, ma che nella realtà dei fatti sono diventati veri e propri strumenti di marketing e che in alcuni casi sono stati addirittura protagonisti di colossali truffe ai danni dei consumatori (basta andare indietro nel tempo di poche settimane per poter trovare le notizie di cronaca dell’ultimo scandalo legato alla provenienza del grano di un famoso brand di pasta, che si professava 100% italiano).
Tutti questi episodi hanno contribuito a una crescente sfiducia da parte dei consumatori che oramai tendono a vedere queste sigle come uno specchietto per le allodole, anche se in realtà non è sempre così.
Bisogna tuttavia prendere atto che per una persona “normale” è difficile comprendere realmente se un’azienda lavora in maniera etica e soprattutto se ciò che proclama corrisponde alla realtà, un meccanismo legato alla fiducia sarà sempre alla base del processo d’acquisto. Siamo sempre più alla ricerca di prodotti di qualità: non vogliamo alimentare gli allevamenti intensivi, non vogliamo prodotti chimici nella nostra verdura, vogliamo conoscere la provenienza di ciò che mangiamo. Ma com’è possibile tutto ciò?
La tecnologia può rappresentare una grande spinta in questa direzione. Introduciamo quindi il concetto di carta d’identità del prodotto.
Che cos’è la carta d’identità del prodotto?
Proprio come la nostra carta d’identità, la carta d’identità del prodotto deve raccontare informazioni veritiere sul prodotto che stiamo acquistando. Al suo interno vanno inserite tutte le caratteristiche e i dati relativi al prodotto raccolti durante tutta la filiera alimentare. Non basta infatti indicare la provenienza di un determinato alimento, ma l’obiettivo è quello di far sapere al consumatore com’è stato trasportato, in che condizioni, quando è partito e quanto è passato dal momento dell’arrivo al distributore a quando lo acquisto.
Concetti come il kilometro zero sono sicuramente positivi, ma ne vanno introdotti tanti altri per parlare realmente di qualità. Basti pensare alla nostra quotidianità: sappiamo benissimo che un cibo o una bevanda conservata in frigorifero o fuori dal frigo, o banalmente un alimento che viene coperto o meno prima di essere conservato, hanno qualità ben diverse, arrivando addirittura a essere immangiabili anche se la materia prima era eccellente.
Ecco perché tutte queste informazioni devono essere messe a disposizione del consumatore, ed ecco quindi la funziona della carta d’identità del prodotto.
Per arrivare a un risultato del genere bisogna raccogliere dati e monitorare l’intera filiera produttiva, in maniera tale da poter dare certificazioni su tutta le fasi della distribuzione e della vendita di un prodotto e di garantire ai consumatori quella fiducia da cui siamo partiti.
L’obiettivo di TerraOmnia è proprio questo!
Si tratta di una soluzione software modulare e flessibile, che attraverso la comunicazione IoT tra device traccia l’intero ciclo di vita di un prodotto e permette di monitorarne le caratteristiche in tutte le fasi della filiera alimentare, caratteristiche che possono essere messe a disposizione del consumatore attraverso una sorta di carta d’identità del prodotto.
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